Il contrassegno di Stato traina le vendite del Montepulciano d’Abruzzo

Il presidente del Consorzio, Valentino Di Campli: “Scelta strategica che dà grandi risultati”

L’introduzione del contrassegno di Stato, avvenuta nel dicembre 2018, traina le vendite del Montepulciano d’Abruzzo. È quanto emerge da un’analisi del Consorzio di Tutela vini d’Abruzzo, che considera dunque la scelta “strategica”.

“La cosiddetta ‘fascetta‘ apposta alle bottiglie – commenta Valentino Di Campli, presidente dell’ente abruzzese – è un importante simbolo di garanzia per produttore e consumatore, che accresce la credibilità e la garanzia dei prodotti oltre all’affidabilità di tutta la filiera”.

“Abbiamo voluto muoverci in questa direzione – continua Di Campli – in virtù di un principio di tutela e di trasparenza che dalla vigna arriva alla bottiglia. Le fascette sono per noi uno strumento fondamentale anche per verificare i dati della produzione e quindi avviare adeguate politiche di programmazione”.

La 2019 è stata un’ottima annata per i vini dell’Abruzzo. L’incremento a doppia cifra dell’imbottigliato del Montepulciano d’Abruzzo (+12% – con 800.000 hl), conferma il noto vino rosso nel ruolo di leader della produzione della regione.

Un trend positivo, quello del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, anche nel primo trimestre 2020, con un +10% per il Montepulciano d’Abruzzo e più in generale un +6% sull’imbottigliato totale dei vini abruzzesi. Un messaggio di speranza in un momento difficile per il comparto.

“Molte cantine legate al canale Horeca (hotel, ristoranti e bar), stanno soffrendo non poco – sottolinea Di Campli – altre, più strutturate e legate alla grande distribuzione organizzata (Gdo), continuano a lavorare pur tra mille difficoltà. Tante aziende stanno investendo nelle vendite online. Alternativa non di certo risolutiva, ma che serve per andare avanti nonostante l’attuale chiusura del canale Horeca”.

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